In questo approfondimento ci soffermeremo sulla perdita di controllo nell’essere umano: il raptus.

A tal proposito, il Dott. Fabio Delicato, Psicopatologo Forense, Criminologo e direttore di Crimini Seriali sostiene che il termine raptus non esista; tuttavia, in accordo con l’illustre Prof. Ugo Fornari, sostiene che il raptus, inteso come turba episodica accessuale del comportamento gestuale e motorio, consista nel bisogno imperioso ed incoercibile di compiere improvvisamente e repentinamente un gesto o un’azione violenta, dannosa per il soggetto o per altri, la cui esecuzione sfugga al controllo dell’autore di un simile atto.

A tal proposito il raptus può essere descritto a seconda delle categorie diagnostiche in cui si verifica:

 Reazione a corto circuito : negli psicopatici disforici impulsivi, labili d’umore, asociali, esplosivi.

Acting out nel disturbo borderline di personalità e nel disturbo ossessivo compulsivo: sia nel primo che nel secondo caso, la manifestazione comportamentale è la traduzione di una scarica emotivo-affettiva improvvisa, a patogenesi conflittuale o meno. La coscienza è conservata o lievemente obnubilata in via del tutto transitoria.

Raptus ansioso: si  tratta di crisi acute di angoscia in cui concomitano turbamento emotivo intenso, emergenze impulsive, dismnesie o amnesie per l’episodio critico.

In ciascuno di questi casi non è affatto scontata la presenza (totale o parziale) di una incapacità di intendere e/o di volere (art. 88 e 89 C.P. ) poiché ogni caso va valutato singolarmente. Tuttavia quando non si è in presenza di uno dei casi sopra citati, non si può parlare di raptus. Per cui, per poter supporre una eventuale incapacità di cui agli art. 88 e 89 c.p. il gesto violento deve necessariamente essere figlio di una psicopatologia strutturata ed idonea ad inficiare tali capacità.

Il raptus: i fattori di rischio

Il raptus, dunque, è un impulso di forte intensità che conduce il soggetto a commettere episodi violenti che possono raggiungere anche l’omicidio e il suicidio. Spesso si manifesta in concomitanza a crisi depressive, in condizioni di  schizofrenia, durante l’assunzione di sostanze psicotrope, in momenti di disperazione oppure in presenza di eventi insopportabili o circostanze stressanti.

Nell’ambito del diritto penale e della psicologia forense lo scarso controllo degli impulsi può essere considerata una condizione di momentanea incapacità di intendere e volere e, dunque, essere considerata una possibile attenuante nel caso in cui venisse commesso un reato.

In genere i fattori che favoriscono comportamenti aggressivi sono:

  • L’assunzione di alcool e/o sostanze, in particolare droghe stimolanti (anfetamine, cocaina)
  • Il vivere in condizioni socio-economiche disagiate
  • Avere rapporti conflittuali
  • Essere affetti da disturbi psichiatrici

Come intervenire per poter prevenire queste manifestazioni

Al fine di poter prevenire e gestire reazioni di rabbia eccessiva e comportamenti disfunzionali, si consiglia, in momenti particolarmente complessi della vita di un individuo, un intervento psicoterapico finalizzato ad aiutare la persona a riconoscere i sintomi invalidante e a gestire le proprie emozioni. Qualora tuttavia si presentassero condizioni psicopatologiche importanti, si consiglia un’accurata valutazione da un medico specialista, al fine di intraprendere un trattamento farmacologico che agisca a supporto.

Per ulteriori informazioni visita il sito della Dottoressa Fusè.