Quali sono le principali differenze tra ripetizioni e supporto all’apprendimento. Facciamo chiarezza.
Spesso sentiamo parlare di ripetizioni e di supporto all’apprendimento. Ma non tutti conoscono realmente le differenze tra i due approcci. E proprio per questo è giunto il momento di fare un po’ di chiarezza sull’argomento.
Ripetizioni e supporto all’apprendimento: le principali differenze
Spesso capita che gli studenti manifestino carenze e lacune in determinate aree dell’apprendimento, le cosiddette materie più ostiche. Questo genera ansia e frustrazione soprattutto quando ci si rende conto che l’impegno non basta. In questa fase è fondamentale avere un aiuto concreto dalla propria famiglia per scegliere l’approccio ideale da adottare.
Quante volte ci siamo imbattuti nel termine “supporto all’apprendimento” o anche nella figura relativa al “tutor dell’apprendimento”? Pochi sanno che questa figura è definita dalla legge italiana come una persona che esercita una funzione di supporto, di tutoraggio dell’attività didattica ed educativa. Resta una figura di riferimento sia per gli alunni sia per i genitori.
Nel caso del metodo tradizionale, che prevede le “ripetizioni” extra scolastiche, vengono spiegati i concetti che risultano poco chiari, cercando di colmare le lacune manifestate dagli studenti. Il classico aiuto- compiti che ha lo scopo di rispiegare le informazioni in una modalità differente, più accessibile.
Come cambiano i due approcci
Abbiamo capito che le ripetizioni e il supporto dell’apprendimento sono esercitate da figure che hanno competenze differenti, ma anche approcci completamente diversi. Vediamo nel dettaglio come cambiano:
- Nel caso delle ripetizioni aiuto-compiti, l’approccio è rivolto prevalentemente a rispiegare le informazioni rispetto alle quali lo studente manifesta carenze persistenti o transitorie. Ad esempio quando bisogna recuperare una verifica andata male, oppure non si è capito un determinato argomento ed è necessaria una ulteriore spiegazione. Parliamo del tradizionale dopo scuola per fare i compiti insieme.
- Quando parliamo del supporto dell’apprendimento, la cosa è ben diversa. Qui facciamo riferimento ad una figura formata e di conseguenza specializzata sul tema dell’apprendimento, che interviene in tutti i casi di difficoltà di organizzazione e metodo di studio, ponendo un’attenzione particolare ai tempi di lavoro, agli spazi, ai metodi, alle strategie. Generalmente i tutor dell’apprendimento si occupano di difficoltà di apprendimento e DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), lievi deficit cognitivi, difficoltà di comprensione del testo e di Metodo di Studio, difficoltà di pianificazione e organizzazione e scarsa conoscenza delle strategie di studio. Il vero obiettivo del tutor è concentrarsi sulla persona e renderla più consapevole del suo funzionamento cognitivo.
- I tempi di lavoro dei due diversi approcci si diversificano in modo sostanziale. Mentre nel caso delle ripetizioni, l’intervento può essere momentaneo, settoriale e specifico rispetto al compito, nel caso del supporto all’apprendimento il percorso ha una durata più ampia, pianificata, e tendente allo sviluppo di potenzialità del funzionamento cognitivo. Si parla di un percorso che tendenzialmente dura un anno scolastico, tempo che permette allo studente di diventare consapevole delle proprie fatiche, individuare strategie, condividere gli strumenti necessari ad affrontarle, applicare gli strumenti e i metodi più efficaci. Insieme al tutor avviarsi a lavorare in autonomia.
Molto spesso i tutor dell’apprendimento sono anche psicologi. Infatti è importante affidarsi ad una professionista come la Psicologa e Psicoterapeuta Giulia Fusé, che vanta una grande esperienza e sensibilità nel trattamento anche di problematiche legate all’apprendimento.