Analizziamo il rapporto tra cibo ed emozioni: cosa si intende per alimentazione emotiva e quali sono le conseguenze.
Cos’è per noi il cibo? In realtà non c’è una risposta univoca, ma sicuramente non possiamo limitarci ad elencare tutti i macronutrienti come le proteine, i grassi e i carboidrati. Il cibo ha un ruolo molto più complesso. Scopriamo insieme tutto quello che è bene sapere sul rapporto tra cibo ed emozioni.
Cosa si intende per alimentazione emotiva
Il cibo, come fonte di piacere e di benessere, è il motore della nostra vita. Può essere una coccola che ci concediamo dopo una giornata pesante o il conforto quando emerge un ricordo affettuoso o malinconico. Può anche essere condivisione, scoperta e familiarità. Tutti questi esempi rendono chiaro lo stretto legame esistente tra cibo ed emozioni.
Esiste una doppia via tra questi due elementi: il cibo riesce a influenzare il nostro umore, ma è anche vero che il nostro comportamento alimentare può essere spinto dall’emozione che emerge in una specifica situazione.
L’alimentazione emotiva è infatti la tendenza ad utilizzare il cibo come strategia per gestire eventi stressanti e situazioni difficili. A tutti noi è capitato di mangiare determinati cibi spinti dall’emozione che stavamo provando in quel momento, perlopiù negativa come noia, tristezza, ansia o rabbia. Questi comportamenti non sono patologici, ma lo diventano quando vengono messi in atto in modo incontrollato, rigido e inflessibile. Possono manifestarsi sia come restrizione nel consumo di cibo sia come iperalimentazione (nutrimento eccessivo).
Spesso l’iperalimentazione viene sperimentata come un modo per “anestetizzare” le emozioni negative, come una strategia per “non sentire”. A lungo andare, però, questo può determinare una mancata consapevolezza delle proprie emozioni, instaurando un circolo vizioso.
Quali sono le conseguenze?
Quando si intraprende una dieta, oltre alle restrizioni caloriche, si instaurano anche delle restrizioni cognitive (di pensiero). Si inizia a pensare a quali sono le regole da seguire, quali sono i cibi proibiti, e si comincia a ragionare in termini di cosa si può o non si può fare.
Questi pensieri rischiano di affollare intrusivamente le risorse cognitive di un individuo, causando stanchezza mentale e fisica, portando, talvolta, al desiderio incontrollato del cibo che si cerca di evitare.
La dieta non viene vissuta come un cambiamento nello stile di vita, ma come un obbligo.
Cosa fare per migliorare il rapporto tra cibo ed emozioni
Per non cadere in questo circolo vizioso, si può rendere necessario intraprendere un percorso di consapevolezza che unisca la psicologia e la nutrizione.