L’amore ha tante sfumature che non vediamo l’ora di scoprire. Ma, come si suol dire, non è tutto oro ciò che luccica. Spesso ci troviamo di fronte a sentieri pericolosi soprattutto quando subentra la gelosia o quando ci si trova davanti la fine di una storia che, però, si fatica ad accettare.
Ed è così che molte donne divengono vittime di una vera e propria ossessione che prende il nome di stalking. Facciamo un po’ di luce sull’argomento.
Cosa si intende per stalking?
Lo stalking fa riferimento ad una serie di comportamenti persecutori, diretti o indiretti e ripetuti nel tempo, che producono in un individuo uno stato di soggezione, procurando un disagio fisico o psichico.
Si tratta, spesso, di atti tipici delle persone violente, che avviano azioni persecutorie nei confronti di un’altra persona, supplicando o rivendicando un presunto legame sentimentale o nell’intento di creare volontario disagio nell’altro soggetto. Trattasi di una forma d’aggressione psicologica diretta ad annientare la volontà della vittima, a distruggere il morale e la sua capacità di resistenza attraverso una persecuzione incessante che provoca veri e propri stati di ansia e di paura, fino a comprometterne il normale svolgimento della vita quotidiana incidendo in maniera pesante e tale da modificare le normali abitudini di vita.
La paura dello stalker genera, infatti, nella vittima un’ansia pervasiva a scopo difensivo, scatenata da una situazione di pericolo, talvolta reale, che può essere anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia che sul piano comportamentale si traduce in atteggiamenti di fuga o di lotta.
Ciò che differenzia gli atti persecutori dalla violenza privata è la reiterazione delle condotte, che si possono concretare in atti minacciosi e molesti, ma mai violenti fisicamente come avviene, invece, nel caso di una violenza privata.
Quando la gelosia o il rifiuto diventano stalking
Quante volte abbiamo giustificato una presenza troppo ingombrante nella nostra vita? Soprattutto le donne, spesso si ritrovano ad essere prigioniere nella propria casa a causa di uomini che vogliono soltanto avere il controllo sulle loro vite.
Alcune dicono basta a questa estrema gelosia e poi si ritrovano ad essere perseguitate sotto casa, sul luogo lavoro o minacciate da messaggi o chiamate intimidatorie. Altre, invece, restano eterne vittime, consumate dalla paura di una brutta fine.
Cosa fare in questi casi? Denunciare o confrontarsi con qualcuno. Infatti, ciò può esser d’aiuto nell’immediato per poter realizzare meglio cosa sta accadendo e per capire quale sia il comportamento migliore da tenere. Inoltre, un confronto di questo tipo può aiutare a comprendere quali passi poter fare per provare ad uscire da una situazione che, inizialmente, poteva apparire senza via d’uscita.
Ma con chi ci si può confrontare? La paura, spesso, impedisce di parlare e, soprattutto all’inizio, non permette di avere la forza di poter denunciare quanto accaduto. Perciò, confidarsi con un professionista costituisce già un primo importante passo.
La Psicologa e Psicoterapeuta Giulia Fusé, grazie alla sua esperienza e alla sua sensibilità nel trattare problematiche di vario tipo, ti potrà essere di grande aiuto.